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carriera, segnò un momento di svolta nella sua vita professionale e personale. a trentasei anni, dopo la fama e il successo ottenuti come fotoreporter inviato di “life” sui luoghi dei principali avvenimenti della seconda guerra mondiale , decise di chiudere con i mal tollerati vincoli imposti dai media, per dedicarsi alla fotografia con totale libertà espressiva. il primo incarico come freelance fu la realizzazione di un centinaio di fotografie su pittsburgh per un libro sul bicentenario della sua fondazione. la città era in pieno boom economico grazie alla crescita dell’industria siderurgica e in particolare delle acciaierie, che garantivano lavoro e attiravano operai da tutto il mondo. smith rimase affascinato dalla città dell’acciaio, dai volti dei lavoratori, dalle strade, dalle fabbriche, dagli infiniti particolari e dalle contraddizioni del tessuto sociale di questa metropoli brulicante di vita. si mise in cerca della vera anima della città, mosso dal desiderio di trovare l’assoluto, di essere davvero pronto e presente nei rarissimi attimi in cui la verità della vita si manifesta nelle apparenze del mondo. pittsburgh diventò ben presto un’ossessione. invece che per un paio di mesi, smith continuò a fotografare per due o tre anni, restando impegnato per il resto della vita in innumerevoli tentativi di produrre, a partire dai quasi 20.000 negativi e 2.000 masterprints , il libro che avrebbe rivelato l’anima della città senza lasciare fuori nulla, un’opera senza precedenti nella storia della fotografia . l’incarico non fu mai portato a compimento e solo un numero limitato di immagini arrivò al pubblico. l’esposizione al mast, a cura di urs stahel, propone il nucleo principale di questo lavoro magnifico e sofferto attraverso oltre 170 fotografie che compongono un ritratto grandioso e autentico di pittsburgh e insieme dell’america degli anni cinquanta, tra luci, ombre e promesse di felicità e progresso. la mostra è organizzata dalla fondazione mast in collaborazione con carnegie museum of art, pittsburgh. foto © w. eugene smith / magnum photos la mostra è aperta anche mercoledì 15 agosto, ore 10-19 la fondazione mast, senza tradire la propria vocazione espositiva incentrata sui temi del lavoro e dell’industria, presenta una mostra sul 1968 in usa, non solo per ricordare un anno simbolo, ma anche per rendere omaggio al fotogiornalismo degli anni sessanta. attraverso 54 immagini iconiche di alcuni tra i più celebri fotoreporter dell’epoca, la mostra racconta la data simbolo di una delle rivoluzioni culturali più significative di sempre, da una parte per restituire uno spirito del tempo segnato da disordini e sogni, dall’altra per celebrare un genere fotografico glorioso, sul punto di cedere il passo alle prime trasmissioni in diretta televisiva a colori. il 1968 segna una trasformazione radicale nel modo di vivere e di pensare della società. il fotogiornalismo gioca un ruolo decisivo nel determinare questi cambiamenti: senza le foto in bianco e nero dei quotidiani, incisive e fortemente contrastate, senza le prime sezioni a colori nelle riviste, non si potrebbero nemmeno immaginare i beatles e i rolling stones, lo sbarco sulla luna e la guerra in vietnam, courrèges e twiggy, la liberazione sessuale e politica, il femminismo e il movimento delle black panthers. nemmeno le immagini catastrofiche di andy warhol, le sue infinte sequenze di jacqueline kennedy e marilyn monroe sarebbero mai esistite senza le immagini della stampa. gli assassinii di john kennedy, di suo fratello robert e di martin luther king vengono coperti con servizi fotografici dalla stampa di tutto il mondo. l’esposizione, oltre alle immagini iconiche provenienti dalla monroe gallery di santa fe (new mexico), presenta un racconto sul 1968 e gli anni sessanta, anche attraverso videoinstallazioni proiettate a 360° in ciclorama e proiezioni video di documentari storici dagli archivi della cineteca di bologna . mast mast, albero maestro delle navi in lingua inglese, sta per manifattura di arti, sperimentazione e tecnologia. manifattura: l'identità produttiva del territorio arti: le forme più alte di espressione della creatività sperimentazione:la pratica alla base dell'innovazione tecnologia: l'applicazione di tecniche che possono migliorare la vita umana. l'edificio il progetto dell'edificio è stato realizzato dallo studio labics di roma, che nel 2005 ha vinto un concorso indetto da g.d (gruppo coesia). due rampe pedonali, che si estendono dal centro del complesso all'accesso principale, simboleggiano la relazione tra lo stabilimento industriale di g.d e la città, creando un ponte metaforico tra l'impresa, l'area cittadina immediatamente circostante e il parco adiacente. l'edificio è costituito da due corpi accostati e caratterizzati da grandi elementi vetrati e intelaiature in acciaio. soluzioni architettoniche originali sviluppano su tre piani gli spazi destinati ai vari servizi. dove nuove tecnologie interattive e fotografia industriale offrono un contesto di apprendimento esperienziale su innovazione, imprenditorialità, meccanica e sul mondo del lavoro mast offre una gallery dove in un'area didattica esperienziale, di sperimentazione e di gioco, progettata con i principi dell'edutainment, viene rappresentata un'astrazione della tecnologia meccanica, che partendo dalle realtà produttive del gruppo coesia narra la tecnologia, l'innovazione e quindi le peculiarità che da sempre caratterizzano l'emilia romagna. il percorso espositivo multimediale e di exhibit hands-on, oltre a fare scoprire una realtà e a generare nuova conoscenza tramite la sperimentazione, propone anche uno spazio dove il taglio descrittivo prende la forma di immagini fotografiche che rappresentano il mondo del lavoro. il percorrere l'evoluzione del lavoro dal novecento alla contemporaneità, cifra narrativa della collezione di fotografia industriale di mast, consente di conoscere le radici dei problemi e constatare il cambiamento nello scenario della produzione industriale, dei luoghi di lavoro, del prodotto, delle architetture e di come l'uomo si rapporta con l'ambiente in cui opera. la collezione raccoglie un'ampia selezione di immagini che vengono esposte con cadenza trimestrale. la gallery è sede anche di speciali esposizioni durante il corso dell'anno. mast organizza la biennale di foto/industria per condividere nel centro storico e nelle sedi istituzionali della cultura cittadina, il dialogo con collezioni private e pubbliche sulla fotografia industriale. (...) dove l'eccellenza nella formazione sulle tecnologie meccaniche offre ai collaboratori di coesia e ai giovani delle scuole occasioni di crescita continua con l'academy mast offre risposte alle esigenze di formazione tecnica e manageriale espresse all'interno del gruppo coesia e si propone come centro di elaborazione di una cultura tecnica rivolta al territorio (scuole, imprese, comunità) per realizzare progetti formativi in collaborazione con le istituzioni e altre organizzazioni